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domenica 2 settembre 2012

In Scozia...tra suggestioni e ispirazione.

Fine gennaio 2010, partiamo per la Scozia, nel bagaglio il mio fido block notes e la voglia di atmosfere nordiche, di quiete e di scrittura. Dopo essere atterrati a Londra affittiamo una macchina e iniziamo a guidare alla volta delle Highlands scozzesi. Percorriamo l'autostrada M6 con il suo guard rail infinito, dritta e lunghissima, fino a quando avvistiamo il cartello "Welcome to Scotland", tra le luci fioche di un tardo pomeriggio d'inverno
Varcato il confine con l'Inghilterra gli alberi iniziano ad avvicinarsi alla strada come tanti soldati in fila mentre le colline assumono l'aspetto di schiene di muli.  Poi le colline si alzano sempre più e iniziano a ricoprirsi di boschi. La neve si infiltra tra le alture in lunghe lingue scoscese. Ogni tanto un cottage iluminato interrompe il paesaggio deserto e sfila subito via, sparendo nella sua solitudine. Quando arriviamo a destinazione il termostato della macchina segna meno cinque gradi. E' sceso il buio e il nostro bellissimo viaggio è appena iniziato.


Ecco alcune foto che ho scattato due anni fa e dei brani liberamente scelti della ghost story che ne ho tratto in seguito, per condividere e rivivere le atmosfere e le suggestioni che mi hanno ispirato ancora una volta...






Edimburgo


...Finalmente! pensa Milena, eccola qui, la regina delle leggende e dei fantasmi. Edimburgo è una città unica, in cui le stratificazioni edilizie raggiungono altezze talmente vertiginose da sembrare dei picchi aguzzi verso il cielo. 
E' una città così gotica che sembra sia stata inventata nonostante grondi storia da ogni singola pietra, sospesa a metà tra la fiaba e le cronache più crude dei secoli passati. Non si fa visitare ma piuttosto rapisce chi non la conosce in una dimensione tutta sua, e Milena decide di non opporle la minima resistenza...






...Il Tulloch Castle Hotel sembra svelarsi attraverso le finestre in una carrellata di intima tranquillità. Le appare muto, un po' cupo. La notte poi lo rende così statico da sembrare quasi finto. Eppure ha una storia di secoli alle spalle ed è sopravvissuto a moltissime vicissitudini. Milena ha letto molte cose sul suo passato e ci ha spesso fantasticato sopra... 







Tulloch Castle Hotel

Fu costruito dai Norreni, si racconta che nell'anno 1060 uno dei sovrani più importanti, Thorfin il Potente, portò centinaia di donne e uomini del suo popolo sulla terra che si affaccia verso il Cromarty Firth, che si intravede alla sinistra del castello, e dopo aver assegnato le terre più fertili alle famiglie che lo avevano seguito, decise di stabilire la sua corte di giustizia proprio a Dingwall, in quel pezzo di terra che fu chiamato "Thingvollr", cioè 'luogo dell'assemblea', da cui è nato il nome del paese su cui svetta, placido e dormiente, il castello...






...Appena entrano li investe un'ovattata atmosfera di calore. Sulla parete destra si può ammirare una grossa testa di cervo. L'animale non ha un aspetto propriamente rilassato e gli occhi sembrano baluginare nella loro espressione sconfortata. Deve essere il lampadario che gli sta di fronte che li fa sembrare così vividi...












...Quella finestra ha qualcosa di magnetico, ha spesso richiamato la sua attenzione e si è trovata diverse volte a fissarla dall'esterno. Adesso ne guarda le tende, il vetro che in alcuni tratti si curva e la prospettiva sulla quale si affaccia. Si sente la pelle d'oca. Le sembra che qualcuno le stia a pochi centimetri, come se le respirasse sul collo. Ha la netta percezione di non essere sola. Si gira e non vede nessuno, come è naturale, poi torna a fissare la finestra e la sensazione di avere qualcuno accanto diventa ancora più forte, e ripensa a quel sogno...



Dingwall


...Ovunque c'è un filo di neve che imbianca i campi i tetti e le cime enormi degli alberi. L'aria è fredda e pulita. Inspirano a pieni polmoni e prese dall'euforia iniziano a camminare verso il paesino che si dovrebbe raggiungere in circa dieci minuti. Mentre scendono lungo la strada incontrano diversi studenti in divisa e ragazzi con l'i-pod che indossano solo la t-shirt. Serena li guarda a bocca aperta. Poco prima di arrivare passano accanto a un laghetto ghiacciato con un ponticello di legno.
Dingwall
Sulla loro destra appare la chiesa del paese, quella di cui dall'alto si intravede il campanile. Tutt'intorno c'è un cimitero coperto da un prato rigoglioso.
Dopo qualche minuto sono già sedute a un tavolino della panetteria che serve anche delle zuppe fumanti. 
"Lo sai che stanotte ho avuto un incubo orribile?" se ne esce Serena guardando la tazza di caffelatte.
Milena spalanca gli occhi per la sorpresa.
"Anche tu?" le chiede stupita...

















...Milena rimane in silenzio e torna a rimuginare sulle parole dell'amica. Ma poi sorride scuotendo la testa. Macché bambini dagli occhi bui, archi e boschi sperduti, sono solo stupidaggini, solo folklore e niente più pensa tra sé, dei sogni innocui indotti dalla suggestione! 
Finalmente si scuote dal torpore in cui sembra caduta e si gira verso il lago per ammirarlo un'ultima volta, quando un'ombra velocissima, un movimento cromatico tra gli alberi, capta la sua attenzione. E d'improvviso si ricorda di essere sola e la pelle le diventa come carta vetrata contro i vestiti...















...Milena riflette su tutta quella storia. Semplice autosuggestione o altro? Si guarda intorno e si chiede sconcertata se davvero è mai possibile che si trovino in un posto che fa da ponte tra questa e altre dimensioni, tra la realtà e un altrove che neanche si riesce ad immaginare. Fissa alcune persone che camminano nel parcheggio di fronte e si perde nei suoi pensieri. Una macchina le passa davanti, una vecchia Ford bianca. Focalizza lo sguardo e oltre un finestrino posteriore le appare nitido il volto di una ragazza che la fissa. E' un attimo. La donna le sorride, poi una manovra brusca dell'uomo alla guida la fa sobbalzare, questa allunga il braccio magro verso il sedile che le è davanti e quando la macchina riparte si gira di nuovo verso Milena, con un sorriso ancora più insistito. Ha il volto di Marzia e Milena la guarda per alcuni secondi senza respiro, finché la macchina non sparisce nel traffico. 
Rimane in stato di choc e le sale il panico all'idea che il fantasma di quella donna la stia perseguitando. Annaspa nella tachicardia e si leva la sciarpa sentendosi soffocare. Ma poi le parole che ha pronunciato solo qualche minuto prima le piombano addosso e le risuonano in testa:
"Vai in pace! Go in peace!"...


















...Meno male il giorno, meno male le strade ampie e chiassose, piene di traffico e di persone che seguono indaffarate le proprie traiettorie! E tutte le suggestioni della notte, la melodia ripetitiva che l'ha ossessionata, i rumori lungo il muro esterno dell'albergo, come di manine che graffiano per trovare un appiglio, tutte quelle orribili sensazioni che di notte le sembra di non riuscire ad arginare, di giorno svaporano come nulla fosse, e nei luoghi affollati se ne ricorda addirittura a fatica. Le prospettive di Edimburgo sono ariose e verdissime, si sente rinata e decide di immergersi nel flusso del viale che le si apre di fronte con un sorriso che non può trattenere. Il suo viaggio è quasi terminato e nel camminare cerca di trattenere il più possibile le immagini e le sensazione che porterà via con sé, ma solo quelle più solari, quelle da cartolina...